mag 31, 2021 - minuto di letturaminuti di lettura

Perimplantite: riconoscerla, curarla e prevenirla

Tra le tante infezioni che possono colpire il cavo orale e rovinare l’estetica del nostro sorriso vi è la perimplantiteIn alcuni casi, dopo un intervento particolarmente delicato per impiantare un nuovo dente, è possibile sviluppare un'infezione così potente da rischiare di perdere l’intero osso. Andremo a scoprire cosa è nel dettaglio la perimplantite e quali sono le cure e le accortezze per prevenirla.
Argomento

La perimplantite è una patologia che causa la progressiva perdita della struttura ossea attorno agli impianti dentali e gengiviti (l'infiammazione della gengiva circostante). Facilitano l’insorgenza della perimplantite una scarsa igiene orale, uno stile di vita sbagliato, fumo o una cattiva alimentazione.

Il nostro consiglio è, quindi, quello di sottoporvi regolarmente e almeno una volta ogni sei mesi a trattamenti di igiene dentale e a visite di ortodonzia professionali dal vostro dentista di fiducia.

Come riconoscere la perimplantite

Per perimplantite si intende la formazione di infezioni attorno all'impianto dentale.

È un’infezione dovuta ai batteri che si sviluppano attorno gli impianti dentali che, se non curata, può essere una patologia grave che può portare anche alla perdita dell’impianto.

La perimplantite è dovuta sia alla presenza di batteri che si possono sviluppare subito dopo l’impianto, sia in un periodo di tempo successivo a causa di una scarsa igiene orale.

Se la perimplantite compare subito dopo l’inserimento dell’impianto si parla di perimplantite precoce perché avviene prima dell’osteointegrazione, ovvero la saldatura tra l’osso e l’impianto.

Se la perimplantite compare in un secondo momento, la causa è una scarsa igiene orale quotidiana e l’assenza di controlli dal proprio dentista.

I sintomi sono visibili sin da subito e vengono intaccati sia i tessuti molli che l’osso mandibolare e mascellare provocando gonfiore e sanguinamento. Spesso è necessaria una visita gnatologica. La gnatologia è una branca dell’odontoiatria che studia la fisiologia, la patologia e le funzioni della mandibola.

Per prima cosa si osserva lo sviluppo della mucosite, ovvero una malattia infiammatoria reversibile del tessuto molle adiacente all'impianto dentale.

Vengono quindi intaccate le gengive. Possiamo riscontrare il ritiro e il riassorbimento di quelle che aderiscono alla protesi, lasciando scoperti i colletti.

In questa fase si formano le cosiddette tasche (o sacche) che diffondono l’infezione batterica. Nelle tasche viene raccolto un accumulo di placca o di cibo difficile da rimuovere con lo spazzolino o il filo interdentale. Solo una seduta di pulizia e igiene dentale può essere utile dato che le sacche possono superare la profondità di 0,5 mm.

Dopodiché l’infezione raggiungerà l’osso dentale: l’impianto non avrà più sostegno e dovrà essere rimosso. A questo punto è necessario un trattamento endodontico che valuti la cavità interna del dente.

I batteri che possono provocare la perimplantite sono gli stessi che provocano la parodontite che colpisce i denti naturali, ovvero i batteri anaerobi gram negativi.

Dopo una perimplantite il dentista non potrà procedere al posizionamento di nessun altro nuovo impianto in quanto è altamente probabile che si riformi l'infezione.

Come curare la perimplantite

Per curare la perimplantite, le terapie da seguire dipendono dallo stadio della malattia: è necessario accorgersi il prima possibile per ottenere una prognosi buona e per evitare una riabilitazione lunga e dolorosa.

Una buona igiene orale post intervento con spazzolino, dentifricio e filo interdentale è la base per evitare la perimplantite.

Infatti, anche se i tessuti perimplantari dovessero danneggiarsi, l’igiene dentale effettuata direttamente dall’igienista riesce a rimuovere tutti i batteri responsabili della patologia.

Se le tasche sono profonde meno di 3 mm, si interviene senza rimuovere la corona dentaria e senza intervenire sulle gengive.

L’igienista proverà a ridurre la carica batterica decontaminando l’area interessata. Le tecniche moderne prevedono l’uso del laser guidati da un computer o di decontaminazioni con spazzolini particolari o trattamenti antibiotici.

È molto importare riuscire ad avere una diagnosi al primo stadio di perimplantite, perché la percentuale di guarigione completa è molto elevata in questo caso.

Se, invece, hanno una profondità maggiore di 3 mm, la tecnica da usare consiste nella rimozione della corona protesica dell’impianto per poi rimuovere con una operazione di chirurgia il tessuto osseo infetto e decontaminare la cavità orale.

La rimozione dell’impianto non è mai semplice, è un intervento estremamente delicato: affidatevi sempre al vostro dentista di fiducia.

Alla fine dell’intervento di endodonzia viene inserita una vite tappo per consentire la guarigione della zona infetta.

Prevenire la perimplantite

Prima di installare un impianto dentale, il dentista deve effettuare uno studio preventivo per stabilire se la gengiva sia stabile e resistente: una gengiva non aderente può essere una della cause della perimplantite.

Pianificare accuratamente sia l’intervento chirurgico, sia il post operatorio per stabilire le fasi di mantenimento dell'impianto.

Poi, per ogni paziente dovrà valutare i fattori di rischio, scegliere gli impianti da utilizzare, verificare la salute delle gengive e se sono già presenti delle carie nella cavità orale.

Se sono presenti delle carie, prima di procedere con l'installazione di un nuovo impianto o con la posa di faccette dentali per risolvere alcuni difetti estetici, bisogna effettuare un intervento di ortodonzia conservativa (una speciale branca dell'ortodonzia che si occupa di rimuovere le carie) per eliminarle.

Se vengono usati degli impianti con superficie ruvida, si può favorire l’osteointegrazione, ma potrebbero anche facilitare la proliferazione dei batteri presenti nella cavità orale qualora non venissero inseriti correttamente.

I nuovi impianti a connessione interna sono rivestiti da una superficie ruvida da sotto e liscia da sopra, che hanno ridotto il rischio di sviluppare infezioni.

Dopo l’intervento sarà tuo il compito di mantenere estremamente pulito e igienizzato il cavo orale.

Dovrai compiere tutti i giorni una perfetta pulizia della bocca con spazzolino, scovolino, filo interdentale e collutorio.

Per quanto riguarda i fili interdentali, esistono prodotti come il Filo interdentale GUM® ORTHO, appositamente studiati per tutti coloro che hanno apparecchi, ponti e impianti dentali e che di conseguenza devono prestare ancora più attenzione all’igiene orale quotidiana.

Sicuramente il tuo dentista ti darà dei consigli specifici per la tua situazione e fisserà una serie di controlli clinici e radiologici a cui non devi mancare.

Solitamente una volta all'anno verranno eseguite della radiografie agli impianti per verificare che tutto proceda bene.

Sempre in base alla tua situazione, dovrai sottoporti a delle sedute di pulizia dentale con l’igienista per rimuovere tartaro e placca in maniera approfondita e completa.

Alcune patologie, come il diabete, sono correlate con lo sviluppo della parimplantite. Dovrete tenere sotto controllo questo tipo di malattie per mantenere in salute i denti e gli impianti.

L’alimentazione è fondamentale nella proliferazione batterica. Una alimentazione scorretta con troppi zuccheri, se abbinata a uno spazzolamento scorretto o inefficace, gioca un ruolo importante nell'insorgenza di mucosità e perimplantite.

Oltre a questo, sottoporsi a controlli periodici e accurati è un'ottima prevenzione, che permette di tenere sotto controllo lo stato di salute dei tuoi denti e degli impianti. Solo un dentista può rintracciare velocemente eventuali alterazioni e infezioni prima che la situazione peggiori.

Un aiuto veloce

È una infezione intorno a un impianto dentale.

La presenza di batteri che attaccano l’apparato di supporto dell’impianto.

In base allo stadio dell’infezione, si può intervenire o con una igiene dentale approfondita o con un intervento chirurgico che, nel peggiore dei casi, comporta la rimozione dell’impianto.

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