Devitalizzazione di un dente: come funziona e perché si fa
La devitalizzazione, intervento odontoiatrico comune e routinario, rappresenta una soluzione terapeutica necessaria in presenza di infezioni gravi della polpa dentale, spesso associate a sintomatologia dolorosa. Questa procedura chirurgica prevede l'asportazione della polpa dentale, tessuto connettivo ricco di vasi sanguigni e terminazioni nervose, compromesso da patologie come carie profonde, traumi o altre affezioni dentali. In questo approfondimento, sarà fornito il dettaglio di questa procedura e date risposte ai dubbi più frequenti dei pazienti.
Introduzione
L'endodonzia, branca specialistica dell'odontoiatria, si occupa della diagnosi e del trattamento delle patologie che interessano i tessuti interni del dente e le strutture periradicolari. Il trattamento endodontico, comunemente noto come devitalizzazione, è una procedura ambulatoriale indicata in caso di infiammazione o infezione della polpa dentale, tessuto molle costituito da vasi sanguigni, terminazioni nervose e cellule connettivali, situato all'interno del dente. Tale condizione patologica vede tra le cause principali la carie profonda, traumi dentali o complicanze di precedenti interventi odontoiatrici. [1][2]
La polpa dentale, durante lo sviluppo, svolge un ruolo fondamentale nella formazione della dentina, tessuto mineralizzato che costituisce la struttura portante del dente. Nell'adulto, la polpa, ridotta di volume, mantiene una funzione sensoriale e di idratazione della dentina. Diverse patologie possono compromettere la salute della polpa dentale, la più comune delle quali è la carie. Se non trattata tempestivamente, la carie può progredire in profondità, raggiungendo la polpa e causando un'infezione irreversibile. In tali casi, la terapia endodontica rappresenta l'unica alternativa all'estrazione dentale, consentendo di preservare il dente naturale. [1]
L'endodonzia moderna si avvale di tecnologie avanzate, come lo stereomicroscopio operatorio, biomateriali innovativi e strumentazione specializzata, per garantire diagnosi accurate e trattamenti efficaci, preservando la funzionalità e l'estetica del dente compromesso.[1]
La devitalizzazione dei denti è un’operazione indispensabile in caso di avanzato grado di infezione della polpa, che presenta, tra i sintomi principali il mal di denti. Il trattamento endodontico è un intervento chirurgico che implica la rimozione del tessuto pulpare del dente e viene eseguito quando un tessuto viene compromesso da carie profonda, traumi e altri gravi problemi dentali. [2]
La devitalizzazione rientra fra le tecniche di ortodonzia conservativa che mirano a salvare un dente danneggiato per evitarne la perdita totale; essa, infatti, è finalizzata alla conservazione, e successiva ricostruzione del dente.
Che cos’è la devitalizzazione?
Il trattamento endodontico (all'interno del dente), o terapia canalare, è una procedura odontoiatrica finalizzata alla conservazione di un dente affetto da patologie pulpari o periradicolari, spesso causate da carie profonda, traumi o altre affezioni. Questa procedura consiste nella rimozione del tessuto pulpare infiammato o infetto presente all'interno della corona e dei canali radicolari del dente, preservando la struttura dentale sana e la sua funzione masticatoria. Successivamente, la porzione di dente persa a causa della patologia o del trattamento viene restaurata, garantendo l'integrità e la funzionalità dell'elemento dentale. [2]
La carie, infatti, insorge a partire da residui di cibi non adeguatamente rimossi che causano la proliferazione di batteri nel cavo orale; questa condizione fa sì che vengano a formarsi placca e tartaro che possono compromettere anche le gengive fino ad arrivare alla radice del dente.
Con il termine “devitalizzazione” si racchiude un ampio spettro di operazioni che coinvolgono la parte più profonda del dente. Ogni dente presenta un sistema di canali che si estende dalla corona (superficie superiore) alla radice. Un dente può avere fino a quattro canali, all'interno dei quali risiede la polpa dentale, un tessuto connettivo costituito da nervi e vasi sanguigni. [3]
L’operazione della devitalizzazione si svolge seguendo precisi passaggi: [2]
- apertura della camera pulpare;
- eliminazione della polpa dentale infetta o danneggiata;
- sostituzione con una miscela particolare;
- ricostruzione della parte superiore del dente.
Perché devitalizzare un dente?
Lo scopo della devitalizzazione è quello di salvare un dente danneggiato, evitando ai pazienti l’estrazione e la sostituzione con impianti dentali o protesi garantendo un risultato estetico ottimale che protegga il sorriso del paziente.
È necessario devitalizzare un dente quando la polpa interna risulta infiammata o infettata, per esempio a causa di una carie profonda o di una gengivite. L’infiammazione che riguarda la polpa del dente si definisce pulpite [4], la quale, tra le altre possibili complicanze, presenta periodontite apicale, ascessi periapicali, piorrea, cellulite e osteomielite della mascella. [4]
Anche se non sono evidenti rotture o scheggiature del dente, la polpa potrebbe essersi danneggiata a seguito di un trauma; in un caso come questo, l’infiammazione potrebbe progressivamente aggravarsi e causare un’infezione o un ascesso, spingersi in profondità e raggiungere l’osso.
Quando fare la devitalizzazione: i sintomi
È possibile accorgersi di un’infezione pulpare se si manifestano alcuni tra i seguenti sintomi e disturbi: [3]
- carie profonda: l'avanzamento della carie può raggiungere la polpa dentale, consentendo ai batteri di penetrare e proliferare all'interno del dente;
- ipersensibilità dentale: la sensibilità dentale a stimoli esterni quali il caldo o il freddo non è di per sé indicatrice di un'infezione della polpa, ma se perdura per più di qualche minuto dopo l'esposizione del dente al fattore scatenante, potrebbe indicare un'infiammazione più profonda;
- usura fisiologica: il naturale processo di invecchiamento e l'utilizzo prolungato dei denti possono causare un'usura dello smalto e della dentina, esponendo la polpa a potenziali danni;
- traumi dentali: urti, cadute o incidenti possono causare fratture o scheggiature del dente, creando vie di accesso per i batteri verso la polpa;
- fissurazioni del dente: piccole crepe o fessure nel dente, spesso invisibili ad occhio nudo, possono consentire ai batteri di raggiungere la polpa;
- malattie gengivali: l'infiammazione e l'infezione del tessuto della gengiva possono estendersi alla radice del dente, compromettendo la vita della polpa;
- otturazioni danneggiate: otturazioni deteriorate o infiltranti possono favorire la proliferazione batterica e l'insorgenza di carie secondarie, che a loro volta possono raggiungere la polpa;
- interventi odontoiatrici ripetuti: procedure odontoiatriche invasive o ripetute sulla stessa area possono indebolire il dente e aumentare il rischio di infezione pulpare.
In tutti questi casi, la penetrazione dei batteri all'interno del dente può innescare un processo infiammatorio che, se non trattato tempestivamente, può portare alla formazione di un ascesso nella radice. È importante sottolineare che, in presenza di un'infezione endodontica, la terapia antibiotica da sola non è sufficiente a debellare l'infezione, poiché gli antibiotici non riescono a raggiungere efficacemente i batteri all'interno del sistema di canali radicolari. Pertanto, il trattamento canalare si rende necessario per rimuovere la polpa infetta, disinfettare i canali radicolari e sigillare il dente, prevenendo ulteriori complicanze. [3]
Se si presentano questi sintomi è raccomandato di rivolgersi subito al dentista: non si tratta di un problema superficiale curabile con un antibiotico, ma potrebbe rivelarsi necessaria una terapia endodontica.
Peraltro, ad oggi è possibile curare con la devitalizzazione la maggior parte delle infezioni della polpa, incluso il granuloma [2]; gli unici casi in cui è necessario procedere con una rimozione vera e propria sono quelli in cui il dente: [5]
- non ha più un supporto osseo adeguato;
- è fratturato in modo irreversibile;
- non ha i canali radicolari accessibili;
- non può essere ricostruito.
È utile devitalizzare i denti da latte (decidui)?
Al contrario di quanto molti pensano, devitalizzare i denti da latte può essere molto utile: anche se il dente è destinato a cadere, è bene non rimuoverlo perché mantenga il giusto spazio nella dentatura. [6]
Se, quindi, si verifica un caso di mal di denti nei bambini, e i sintomi indicano che la polpa è infiammata o infettata, il dentista potrebbe disporre una terapia canalare similare a quella che si esegue sui denti definitivi.
In seguito, basterà attendere che il dente cada quando previsto, e nel frattempo seguire tutte le buone norme per una corretta igiene orale dei bambini per salvaguardarne la salute.
Come funziona la devitalizzazione di un dente?
Inizialmente, si procede con una diagnosi accurata, supportata da radiografie periapicali preoperatorie, al fine di valutare l'estensione della patologia e pianificare l'intervento. Successivamente, si isola il campo operatorio mediante l'applicazione di una diga di gomma, garantendo un ambiente di lavoro asettico e proteggendo i tessuti circostanti. [2]
A questo punto è possibile aprire la corona e accedere ai tessuti interni, così da rimuovere la polpa. In questa fase, eventualmente, il dentista drena l’ascesso per rendere possibile l’assorbimento e la guarigione dell’infezione. Contestualmente, la diga di gomma o in lattice farà sì che si possa operare senza che l’area venga contaminata dalla saliva.
La fase successiva prevede la preparazione della cavità d'accesso, ovvero un piccolo foro praticato sulla superficie del dente, attraverso il quale si accede al sistema di canali radicolari. A questo punto, si procede alla rimozione completa del tessuto pulpare, sia esso vitale o necrotico, e dei microrganismi responsabili dell'infezione. [2]
La fase operativa si suddivide in tre momenti distinti [2]:
- sagomatura: in questa fase, attraverso l'utilizzo di strumenti manuali o meccanici, si rimuove il contenuto canalare e si conferisce al canale una forma conica, facilitando le successive fasi di otturazione;
- detersione: questa fase prevede la rimozione meccanica e chimica dei residui organici e inorganici presenti nel sistema endodontico, mediante l'utilizzo di soluzioni disinfettanti specifiche, dette "irriganti";
- otturazione canalare: l'ultima fase consiste nel sigillare ermeticamente il sistema endodontico con guttaperca, un materiale biocompatibile e inerte, e cemento canalare, al fine di prevenire una ulteriore contaminazione batterica.
L'esecuzione accurata di ciascuna fase, unita all'utilizzo di tecniche e materiali all'avanguardia, contribuisce a garantire il successo della terapia endodontica, preservando la funzionalità e l'estetica del dente trattato.
Al termine della prima seduta, il dentista procederà alla sigillatura applicando un'otturazione temporanea [3], che sarà successivamente rimossa prima della fase successiva, che avviene solitamente dopo alcuni giorni. Dal momento che i denti devitalizzati sono più soggetti a rottura, di norma l’operazione si conclude con l’applicazione di una capsula o la ricostruzione della corona per proteggere il dente. Il materiale da applicare può essere ceramica, metallo, porcellana da ortodonzia o vetro rinforzato.
Nell'ambito della ricostruzione del dente, il dentista potrà proporre al paziente l'applicazione di faccette in ceramica (che consentono migliori risultati estetici), o effettuare uno sbiancamento.
Al termine della devitalizzazione - un trattamento di per sé indolore - il paziente non dovrebbe avere particolari problemi.
Il dolore dovrebbe sparire fin dalla prima seduta, grazie alla guarigione delle infezioni e alla rimozione della polpa, che comporta un annullamento della sensibilità. In caso dovessero persistere sintomi come un leggero dolore o un fastidio prolungato, si consiglia di rivolgersi prontamente al proprio medico dentista.
Per la prevenzione di possibili complicanze post-intervento, è bene seguire alcune regole:
- evitare di masticare sul dente devitalizzato, o in fase di devitalizzazione, fino alla conclusione dell’operazione;
- praticare una cura orale adeguata, meglio se tramite uno spazzolino da denti professionale;
- richiedere periodicamente al dentista una pulizia dei denti e una visita di controllo;
- smettere di fumare;
- ridurre il consumo di cibi e bevande molto dolci.
In sintesi
La devitalizzazione, o trattamento endodontico, è una procedura comune, presso i dentisti, che mira a preservare denti gravemente compromessi da patologie pulpari o periradicolari, spesso causate da carie profonde, traumi o altre affezioni. Questa procedura, eseguita in anestesia locale, consiste nella rimozione del tessuto pulpare, infiammato o infetto, presente all'interno della corona e dei canali radicolari del dente. Successivamente, i canali vengono accuratamente disinfettati, sagomati e otturati con materiali biocompatibili, come la guttaperca, per prevenire la contaminazione batterica. Infine, il dente viene ricostruito per garantirne l'integrità e la funzionalità.
La devitalizzazione è indicata in presenza di sintomi quali dolore persistente, sensibilità termica, gonfiore gengivale o cambiamento di colore del dente. Questa procedura, sebbene maggiormente frequente nei denti permanenti, può essere eseguita anche sui denti decidui (da latte) per preservarne la funzione e lo spazio in arcata fino alla loro naturale caduta.
La devitalizzazione rappresenta un'alternativa valida all'estrazione dentale, consentendo di conservare il dente naturale e prevenire complicanze future. Tuttavia, è fondamentale sottoporsi a controlli periodici dal dentista per monitorare l'esito del trattamento e garantire la salute orale a lungo termine.
Fonti e bibliografia
- Cos'è l'endodonzia? [Società Italiana di Endodonzia], https://www.endodonzia.it/cose-lendodonzia/
- Il trattamento endodontico [AIC, pdf], https://accademiaitalianadiconservativa.it/wp-content/uploads/2014/09/8_IL-TRATTAMENTO-ENDODONTICO.pdf
- Root canal treatment [Health Direct], https://www.healthdirect.gov.au/root-canal-treatment
- Pulpite [MSD Manuals - Versione professionisti], https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-dei-denti/disturbi-dentali-comuni/pulpite
- For root canal treatment: how late is too late? [Oral Surgery of Utah], https://www.oralsurgeryofutah.com/2018/02/22/for-root-canal-treatment-how-late-is-too-late/
- Baby root canal: when and why [Coastal], https://coastalpediatricdental.com/2019/11/03/baby-root-canals-when-and-why