ago 20, 2024 - minuto di letturaminuti di lettura

Afta: quando preoccuparsi veramente

L'afta è uno dei fastidi alla bocca più frequenti che può colpire tutti. Ma quando bisogna preoccuparsi e come ricorrere ai ripari? Scopri tutte le informazioni utili in questo breve articolo.
Argomento
Conosciuta anche con il termine di stomatite aftosa, l'afta è una lesione della mucosa orale abbastanza comune che si caratterizza per la comparsa di piccole piaghe (le ulcere della bocca) che possono colpire l'interno della bocca, della guancia, delle labbra, ma anche la gola e la lingua.

Le fasi più comuni dell'afta

Nella fase iniziale è possibile avvertire un lieve fastidio sulla zona colpita che può estendersi fino a diventare un dolore tale da interferire con l’assunzione di cibo e di liquidi.

Prima della comparsa vera e propria dell'afta, inoltre, è possibile avvertire una sensazione di bruciore che si manifesta un paio di giorni prima nell'area in cui in seguito si formerà la lesione.

Dopo questa prima fase, nell'area interessata dall'afta compare un arrossamento localizzato al centro del quale apparirà la lesione vera e propria, di forma tondeggiante e di colore bianco-giallastro ma senza sangue.


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Quando preoccuparsi?

Quando preoccuparsi? Seppur non ci sia da allarmarsi in alcun caso, è bene contattare il medico se l'afta è accompagnata da febbre: in quel caso potrebbe esserci un’infezione in corso per cui occorre un controllo approfondito.

Se l’afta è frequente, si può anche fare attenzione all’eventualità di una carenza di determinati nutrienti – come ferro e altri minerali, vitamina A o vitamine in generale – o di una qualche forma di indebolimento del sistema immunitario. Una visita specialistica può, comunque, fugare ogni dubbio.

Quanto dura l’afta?

Solitamente l’afta può durare fino a un paio di settimane ma il fastidio comincia ad attutirsi già dal quinto giorno.

In caso di ulcere recidive, queste si possono manifestare dalle 3 alle 6 volte durante l’anno.


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È trasmissibile?

Al contrario delle vesciche causate da virus, come per esempio l’herpes, l’afta non è trasmissibile perché è generata da piccoli traumi della bocca o condizioni specifiche proprie della persona, come stress e intolleranze alimentari.

Per questo motivo, quando si ha l’afta non bisogna preoccuparsi di essere contagiosi, ed è possibile svolgere tutte le proprie attività quotidiane a contatto con le altre persone.

L’unica accortezza indicata è accertarsi che si tratti effettivamente di un’afta e non di una qualche altra patologia che colpisce la bocca o che provoca ulcere e ferite al cavo orale. Per questo è consigliabile, in caso di dubbio, rivolgersi al proprio medico.

Come si riconoscono da altre lesioni della bocca?

Le ulcere della bocca vanno distinte da altre forme di ferite orali (p. es. l’herpes), e si riconoscono principalmente per due motivi: la durata e la sua regressione man mano che si avvicina alla guarigione. Se un’afta rimane sempre uguale anche dopo due settimane, è bene farla controllare dal dentista, che durante una semplice visita potrà effettuare una diagnosi corretta.

Si può riconoscere la presenza dell’afta anche capendo se tra le sue cause c’è l’alimentazione: infatti, una causa comune è una dieta contenente alcuni cibi particolari, che in questi casi è meglio ridurre o evitare per prevenire le afte in bocca. Tra i fattori che è utile e necessario considerare c’è il contatto con alimenti piccanti, l’abitudine di mangiare cibo dal gusto acido e così via. 

Ci sono poi altre caratteristiche delle afte del cavo orale che facilitano il loro riconoscimento: le dimensioni, la risposta alla terapia o al trattamento, la localizzazione nella parte interna delle guance, sul palato o sulla lingua, il colore bianco ecc. 


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Un aiuto veloce

Sono delle lesioni ulcerose superficiali e poco profonde che provocano dolore e fastidio.

L'afta è una lesione della mucosa orale, mentre l'ascesso è una infezione che colpisce la zona vicino a un dente cariato o una radice.

No, in quanto le afte non sono causate da virus ma da piccoli traumi locali o da periodi di stress.

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