Cos'è il fluoro?
Il fluoro è un elemento fondamentale per il nostro benessere e, in particolare, per la salute dei denti. L’assunzione di fluoro non è in sé dannosa trattandosi di un minerale che favorisce il deposito di calcio e riduce il rischio di danni allo smalto dei denti, contrastando anche l’acidità nel cavo orale. In piccole quantità, infatti, è presente in tutti i tessuti del corpo, nello scheletro e nelle ossa dei denti.
Oggigiorno sono tantissimi i prodotti dentali nei quali è possibile trovare una percentuale di fluoro. Questo, infatti, è spesso contenuto in piccole dosi all'interno di collutori e dentifrici, con l'obiettivo di rinforzare la struttura dei denti, proteggendoli dall'attacco di germi e batteri. Tuttavia, anche se il fluoro ha tantissimi benefici, non si dovrebbe superare il fabbisogno giornaliero consigliato, dato che potrebbe interferire con le normali funzioni dell'organismo.
Un eccesso di fluoro, infatti, interferisce con l’attività degli enzimi e altera il metabolismo delle vitamine. Può inoltre compromettere il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale e dell’apparato riproduttivo. L’eccesso di fluoro è anche la principale causa di fluorosi dentale, una patologia che fa apparire i denti opachi e macchiati.
In caso di carenza di fluoro invece aumenta il rischio di carie dentaria dato che in condizioni normali questo minerale ne rallenta la formazione. Ha anche proprietà utili a proteggere lo smalto dentale, accelerandone la rimineralizzazione. Una fonte primaria per l’assunzione del fluoro è l’acqua potabile e il processo di fluorizzazione per aumentare il quantitativo di fluoro al suo interno serve a ridurre le carie sia nei bambini che negli adulti. In alcuni casi, il medico potrà prescrivere collutori all’interno di una cura specifica.
Ma come agisce di preciso? Come si può assumere? E quant’è la dose corretta di fluoro da assumere ogni giorno? Vediamo tutte le risposte.
Il fluoro è un minerale naturale e appartiene al gruppo degli alogeni; è diffuso in natura ma, essendo l’elemento chimico più reattivo della tavola periodica, si trova solo come ione fluoruro, e in particolare nella fluorite.
In questa forma, si trova in molti alimenti e nell’acqua di diverse reti idriche. Allo stato puro, invece, ha forma gassosa, è più pesante dell’aria e presenta una rilevante tossicità per l’uomo.
Nella sua forma di composto di fluoruro, il fluoro è presente in quantità ridotte in moltissimi tessuti del corpo umano, in particolare nelle ossa e nei denti.
A cosa serve il fluoro?
Il fluoro è un elemento molto prezioso per il nostro organismo, in quanto:
- facilita e favorisce l’accumulo di calcio nelle ossa, e in questo modo le rinforza, aiutando a prevenire l’insorgenza di disturbi e patologie come osteoporosi e fratture ossee, e favorendone lo sviluppo durante la prima infanzia;
- agisce sulla produzione di acidi nel cavo orale, riducendola in alcune fasi, così da incrementare la mineralizzazione dei denti, migliorare lo stato di salute dello smalto e proteggere dalle carie;
- inoltre, secondo alcuni studi, avrebbe un ruolo nella prevenzione di arteriosclerosi e disturbi a carico del sistema cardiovascolare.
Una carenza di fluoro, dunque, è una condizione rischiosa per la salute dei nostri denti e del nostro organismo, specie nell’età della crescita. Al contempo, un eccesso può causare la fluorosi dentale responsabile di discromie e macchie sullo smalto dei denti per la cui rimozione si potrà ricorrere a un trattamento di sbiancamento dentale.
Come funziona il fluoro per i denti?
Quando assumiamo del fluoro, la sua azione sui nostri denti consiste nel combinarsi coi minerali della nostra dentatura per rafforzare lo smalto e renderlo più resistente all’usura di ogni sostanza acida.
La placca presente sui denti, infatti, dopo i pasti attiva la produzione di acidi che attaccano i minerali dello smalto (soprattutto calcio e fosforo) e li degradano, con un processo che viene definito demineralizzazione.
A causa della demineralizzazione, lo smalto si indebolisce, e può essere attaccato più facilmente dai batteri della bocca, dando origine a carie dei denti, piccole o grandi.
Quando sono in corso le fasi iniziali della demineralizzazione, però, il processo può essere invertito: è ciò che si definisce rimineralizzazione dello smalto, e può avvenire grazie alla presenza del fluoro, che ripristina i livelli normali di fosforo e calcio aumentando la protezione contro la demineralizzazione successiva.
Più precisamente, il fluoro agisce sullo smalto dei nostri denti in due modalità: in maniera topica e in maniera sistemica.
Azione sistemica
Il fluoro agisce in modo sistemico sulla dentatura dei neonati e dei bambini. Nello specifico, sui denti da latte sostituisce alcuni cristalli dello smalto in formazione con dei cristalli che contengono fluoro, e che dunque possono essere più resistenti alle carie.
Per ottenere questo risultato, il fluoro va assunto con l’acqua, il cibo o con integratori e farmaci fluorizzati prescritti a seguito di una visita dal dentista o da uno specialista in medicina pediatrica.
Azione topica
Sia nei bambini che negli adulti, poi, il fluoro può agire in forma topica, cioè localizzata sul dente.
In questo caso, il fluoro va assunto tramite dentifrici al fluoro o collutori appositi (come il Collutorio GUM JUNIOR): così, viene assorbito attraverso le fasi di risciacquo e di spazzolamento, e può agire dalla superficie esterna del dente.
Il fluoruro di sodio è la forma più diffusa di fluoro nei dentifrici e – unito ad altre sostanze - contribuisce alla protezione dello smalto dei denti, rendendolo più resistente. Possiede anche proprietà utili a diminuire la formazione di placca e infezioni nel cavo orale.
Dentisti o igienisti dentali, in ambulatorio, possono anche praticare una fluoroprofilassi, ossia una somministrazione di fluoro ad alta concentrazione e con benefici maggiori. Tuttavia, già utilizzando quotidianamente dentifrici e collutori con fluoro a bassa concentrazione è possibile rimineralizzare il dente e rafforzarne lo smalto.
Proprio per i suoi possibili effetti collaterali, un trattamento di indurimento dello smalto, e quindi una rimineralizzazione dei denti, dovrebbe essere prescritta e supervisionata da specialisti in ortodonzia, che dispongano degli strumenti e delle conoscenze necessarie per questa tipologia di trattamenti. L'assunzione di fluoro, infatti, potrebbe variare sulla base delle caratteristiche e dell'anatomia della persona.
Ad ogni modo, è possibile portare avanti delle sane abitudini anche a casa, in modo da scongiurare la demineralizzazione dello smalto nel tempo. Durante la cura orale, è importante utilizzare i prodotti al fluoro nel modo corretto per massimizzarne l’efficacia: occorre lavarsi i denti almeno 2 volte al giorno e spazzolarli accuratamente, per poi fare dei risciacqui col collutorio secondo le modalità consigliate.
Dove si trova il fluoro?
In buona parte dei Paesi occidentali, un minimo quantitativo di fluoro viene aggiunto direttamente negli impianti di erogazione dell’acqua potabile, allo scopo di migliorare la salute della popolazione.
Già negli anni ’30, infatti, degli studi scientifici hanno dimostrato che le persone cresciute bevendo acqua addizionata al fluoro avevano minori rischi di soffrire di carie ai denti. Ancor oggi, la comunità scientifica (e nella fattispecie l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Associazione Dentistica Americana) promuove e sostiene l’aggiunta di fluoro alle riserve idriche.
Il fluoro, tuttavia, può essere assunto anche tramite diversi alimenti, soprattutto il pesce e i frutti di mare, ma anche il latte, il formaggio e i latticini, certi tipi di carne.
È possibile, inoltre, che il fluoro sia contenuto nella frutta e nella verdura, ma la sua presenza negli alimenti di origine vegetale dipende molto dalle condizioni del suolo su cui sono state coltivate e dai fertilizzanti utilizzati.
Qual è il fabbisogno giornaliero di fluoro?
Il fabbisogno giornaliero di fluoro varia a seconda dell’età. Un bambino, ad esempio, avrà bisogno di maggiori quantità man mano che cresce:
- fino ai 6 mesi di vita il bambino dovrebbe assumerne 0,1-0,5 mg al giorno;
- da 6 mesi a 1 anno, 0,2-1 mg;
- tra 1 e 3 anni, 0,5-1,5 mg;
- tra 4 e 6 anni, 1-2,5 mg;
- dai 7 anni, 1,5-2,5 mg;
- per gli adulti, 1,4-4 mg.
Inoltre, nelle linee guida del Ministero della Salute relative all’odontoiatria, si raccomanda una fluoroprofilassi sistemica per tutti i bimbi dai 6 mesi ai 3 anni di età, se l’acqua potabile della zona in cui vivono ha concentrazioni molto basse di fluoro. Non esistono evidenze certe in merito al fatto che l’assunzione di fluoro in gravidanza sia dannosa.
Attenzione, infine, a evitare di eccedere nel consumo di fluoro. È una condizione rara ma potenzialmente rischiosa, che può provocare, in ordine di gravità, questi effetti collaterali:
- interferenze con le attività di alcuni enzimi;
- alterazioni nel metabolismo delle vitamine;
- problemi al sistema nervoso, ai reni, al fegato, al cuore;
- osteosclerosi e calcificazione delle articolazioni;
- fluorosi dentale, che può far apparire macchie opache sui denti (non risolvibili con lo sbiancamento);
- marmorizzazione dei denti;
- fluorosi scheletrica;
- danni al sistema nervoso.
Se si verificano sintomi gravi o particolarmente fastidiosi, a seguito di un'assunzione di fluoro, è importante rivolgersi subito al proprio medico. Un forte eccesso di fluoro potrebbe portare a rigidità e dolori nelle principali aree scheletriche, interferire con il funzionamento degli organi e favorire lo sviluppo di malattie come quelle sopracitate. Tramite delle analisi e degli esami appositi, però, sarà possibile accertare la diagnosi di eccesso di fluoro, e intraprendere cure e trattamenti mirati.
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