Anestesia dentale: tutto quello che c'è da sapere
Gli interventi odontoiatrici e la chirurgia orale sono spesso associati a disagio e ansia nel paziente. La cavità orale, essendo una regione anatomica particolarmente sensibile, può suscitare fastidio e apprensione, soprattutto in previsione di procedure odontoiatriche. L'impiego di anestetici locali rappresenta una soluzione efficace per mitigare il dolore e consentire al dentista di operare in condizioni ottimali, garantendo al contempo il benessere del paziente durante il trattamento.
Introduzione
L'anestesia locale in odontoiatria rappresenta un pilastro fondamentale per garantire il comfort e il benessere del paziente durante le procedure cliniche. Numerosi studi scientifici hanno evidenziato come la percezione del dolore sia un fenomeno complesso e multifattoriale, influenzato da variabili fisiologiche (es: anni e stato di salute del paziente), psicologiche e socioculturali [1]. La soggettività del dolore, ampiamente documentata in letteratura, sottolinea l'importanza di un approccio personalizzato nella gestione dell'analgesia.
L'anestesiologia è parte integrante della pratica odontoiatrica sin dalla scoperta delle proprietà anestetiche del protossido di azoto (da parte di Horace Wells nel 1844) e dell'etere dietilico (da parte di William T.G. Morton nel 1846), che permisero l'esecuzione di interventi chirurgici indolori. [2]
Negli anni successivi, lo studio di sostanze più efficaci portò allo sviluppo di anestetici locali sintetici, come la procaina e la lidocaina, che offrivano un profilo di sicurezza e tollerabilità nettamente superiore. [3]
Attualmente, gli anestetici locali possono essere somministrati per via topica, applicati direttamente sull'area interessata per indurre un effetto anestetico superficiale, o iniettati nell'area da trattare per ottenere un'anestesia più profonda. In alcuni casi, è possibile aggiungere una leggera sedazione agli anestetici locali per favorire il rilassamento del paziente.
Tra gli anestetici locali comunemente impiegati in odontoiatria figurano (l'elenco che segue non è necessariamente esaustivo) l'articaina, la bupivacaina, la lidocaina, la mepivacaina e la prilocaina. [4]
La sedazione, utilizzata per ridurre l'ansia, la paura dell'intervento, alleviare il dolore o mantenere il paziente immobile durante la procedura, presenta diversi livelli, variando da uno stato di piena coscienza, in cui il paziente è in grado di rispondere ai comandi, a uno stato di semi-coscienza o di scarsa coscienza. La sedazione viene classificata in lieve, moderata o profonda. La sedazione profonda, nota anche come MAC (Monitored Anesthesia Care), induce generalmente uno stato di incoscienza in cui il paziente è in grado di rispondere solo a stimoli ripetuti o dolorosi. [4]
Anestesia dentale: cos'è e come funziona
L'anestesia, somministrata per via iniettiva o inalatoria, è una procedura medica volta a indurre una perdita temporanea della sensibilità al dolore durante un intervento chirurgico o odontoiatrico. Essa può essere classificata in tre tipologie principali: generale, locale e sedazione.
L'anestesia generale (anche detta anestesia totale), che comporta la perdita di coscienza del paziente, viene raramente impiegata in ambito odontoiatrico e riservata esclusivamente a casi complessi o pazienti con particolari esigenze cliniche. La sua somministrazione richiede la presenza di un medico anestesista qualificato.
La sedazione presenta diversi livelli di profondità ed è impiegata per favorire il rilassamento del paziente ansioso, alleviare il dolore e mantenere l'immobilità durante la procedura. Tra i farmaci comunemente utilizzati per la sedazione figurano il diazepam, il midazolam, il propofol e il protossido di azoto. [4]
L'anestesia locale (topica o iniettiva), invece, agisce limitando la sensibilità al dolore in una specifica area del corpo, senza indurre perdita di coscienza. Questa tipologia di anestesia è ampiamente utilizzata in odontoiatria per la maggior parte degli interventi, garantendo al paziente un'esperienza confortevole e priva di dolore. Nella somministrazione topica (ovvero il dentista applica la sostanza anestetica direttamente sulla parte interessata), gli anestetici locali dentali possono essere impiegati per la gestione del dolore causato da ulcere gengivali, afte, mal di gola e ferite aperte o rendere più confortevoli interventi - normalmente indolori - come lo sbiancamento dei denti. [5] La somministrazione iniettiva (ovvero tramite iniezione o infiltrazione nella sede che sarà oggetto di intervento chirurgico o trattamento odontoiatrico), invece, è indicata per indurre un effetto anestetico locale, piuttosto che per la gestione del dolore. Tra le procedure odontoiatriche che prevedono l'utilizzo di anestetici locali figurano il trattamento canalare (endodonzia), la preparazione dei denti per l'applicazione di corone e il trattamento delle malattie parodontali (parodontologia). [5]
La maggior parte degli anestetici locali induce un effetto rapido, entro 10 minuti dalla somministrazione, e presenta una durata d'azione compresa tra 30 e 60 minuti. In alcuni casi, l'aggiunta di un vasocostrittore, come l'epinefrina, può potenziare l'effetto anestetico e limitarne la diffusione ad altre aree del corpo. [4]
Tipologie di anestesia
L'anestesia comunemente impiegata in odontoiatria, anche per interventi di implantologia (inserimento di impianti dentari), protesi, posizionamento di corone, estrazioni di denti del giudizio, devitalizzazione, installazione di faccette dentali, procedure radicolari e interventi sull'arcata mascellare, è quella locale. Essa non induce perdita di coscienza nel paziente, come avviene nell'anestesia generale, ma agisce selettivamente sulla zona interessata dall'intervento, inibendo la trasmissione degli stimoli dolorosi a livello locale, riducendo o azzerando la sensazione di contatto con gli strumenti chirurgici usati dal dentista.
La scelta della tecnica anestetica e del dosaggio appropriato dipende dalla tipologia di intervento, dalla sua durata e dalla profondità dei tessuti coinvolti:
- una superficiale (topica): adottata dal dentista in caso di intervento di lieve entità, come ad esempio il trattamento di una carie non profonda, può essere somministrata attraverso uno spray o un gel da applicare sulla mucosa, sui tessuti molli o iniettato nei tessuti da curare;
- una tronculare [6]: il blocco del nervo alveolare inferiore, frequentemente impiegato in odontoiatria, induce anestesia nell'emimandibola ipsilaterale, interessando denti, ossa, mucosa buccale sovrastante gli incisivi inferiori, canino e primo premolare, nonché la cute del labbro inferiore e del mento dello stesso lato.
In casi particolari si può ricorrere ad altre tipologie di anestesia [7]:
- anestesia intraligamentosa: questa tecnica anestetica è indicata come alternativa all'anestesia tronculare in pazienti con diabete o disturbi della coagulazione, per i quali l'anestesia tronculare potrebbe comportare un aumentato rischio di sanguinamento. L'anestesia intraligamentosa può essere utilizzata sia come unica modalità anestetica che in combinazione con altre tecniche;
- anestesia intrapulpare: questa tecnica trova impiego specifico nei trattamenti della pulpite in soggetti che non rispondono adeguatamente ad altre forme di anestesia locale; caratterizzata da un'azione altamente localizzata, agisce direttamente sulla polpa dentale del dente interessato, garantendo un effetto anestetico immediato.
Quanto durano gli effetti dell'anestesia?
La durata dell'effetto anestetico è influenzata da molteplici fattori, tra cui la tipologia di procedura odontoiatrica eseguita e la concentrazione del farmaco anestetico impiegato.
In generale, l'effetto anestetico tende a regredire gradualmente nel corso di un'ora. [4] Tuttavia, in caso di interventi più complessi o invasivi, che richiedono una maggiore quantità di anestetico o l'utilizzo di anestetici a lunga durata d'azione, la durata dell'effetto anestetico può prolungarsi significativamente.
È importante sottolineare che la risposta individuale all'anestesia può variare, e fattori quali l'età del paziente, lo stato di salute generale e l'eventuale assunzione di farmaci concomitanti possono influenzare la durata e l'intensità dell'effetto anestetico.
Quali possono essere gli effetti collaterali?
La manifestazione di effetti collaterali in seguito a procedure anestesiologiche in ambito odontoiatrico è intrinsecamente legata alla natura del farmaco anestetico utilizzato.
L'anestesia generale, inducendo uno stato di incoscienza nel paziente, comporta un profilo di rischio più elevato rispetto alle metodiche di anestesia locale o sedazione cosciente, che preservano lo stato di vigilanza. Tra gli effetti indesiderati riportati in associazione all'utilizzo di sedativi e anestetici generali si annoverano: [4]
- nausea o vomito;
- cefalea;
- sudorazione o brividi;
- allucinazioni, delirio o stato confusionale;
- eloquio difficoltoso;
- secchezza delle fauci o mal di gola;
- dolore nella sede di iniezione;
- capogiri;
- stanchezza;
- intorpidimento
- trisma (difficoltà ad aprire la bocca) causato da trauma chirurgico;
- alterazioni della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, in particolare in presenza di vasocostrittori come l'adrenalina, spesso aggiunti agli anestetici locali per prolungarne l'effetto.
Si raccomanda di rivolgersi al proprio odontoiatra per ottenere informazioni dettagliate sul farmaco anestetico specifico che verrà utilizzato e per discutere eventuali dubbi o preoccupazioni in merito agli effetti collaterali.
L'impiego di anestetici locali in ambito clinico è generalmente considerato sicuro, privo di particolari problemi, con un'incidenza di complicanze gravi estremamente ridotta. [8] Durante la somministrazione dell'anestetico locale, il paziente potrebbe avvertire un lieve fastidio, seguito da una sensazione di formicolio durante la fase di regressione dell'effetto anestetico. Occasionalmente, possono manifestarsi ecchimosi, sanguinamento o indolenzimento di lieve entità nella sede di iniezione. [8] In linea generale, non si prevede l'insorgenza di effetti collaterali significativi. Tuttavia, è consigliabile muoversi con cautela fino alla completa risoluzione dell'effetto anestetico, al fine di evitare lesioni accidentali dovute alla temporanea perdita di sensibilità. In alcuni casi, i pazienti possono manifestare effetti collaterali transitori, tra cui [8]:
- capogiri;
- cefalea;
- visione offuscata;
- spasmi muscolari o tremori;
- persistenza di intorpidimento, debolezza o parestesie.
Tali disturbi tendono a risolversi spontaneamente, ma è opportuno segnalarli al personale sanitario responsabile del trattamento. In circostanze estremamente rare, possono verificarsi reazioni allergiche all'anestetico locale o complicanze gravi, quali crisi convulsive o arresto cardiaco. [8]
Controindicazioni
In determinate condizioni e situazioni cliniche, è fondamentale che il paziente e il medico o dentista valutino attentamente l'opportunità di ricorrere all'anestesia dentale. Il consenso informato al trattamento rappresenta un momento cruciale nella fase preoperatoria. È essenziale che il paziente ponga domande relative ai rischi e alle precauzioni adottate per garantire un esito positivo. [4]
- Gravidanza: in caso di gravidanza, il dentista o il chirurgo dovranno valutare attentamente i rischi e i benefici dell'anestesia sia per la madre che per il feto.
- Pazienti pediatrici e con bisogni speciali: i bambini e i soggetti con bisogni speciali necessitano di un'attenta valutazione della tipologia e del dosaggio degli anestetici, al fine di evitare reazioni avverse o sovradosaggio.
- Pazienti anziani: i pazienti anziani con determinate patologie potrebbero necessitare di aggiustamenti posologici e di un attento monitoraggio durante e dopo l'intervento chirurgico.
- Pazienti con patologie epatiche, renali, polmonari o cardiache: in presenza di tali patologie, potrebbe essere necessario adattare il dosaggio degli anestetici, poiché l'eliminazione del farmaco potrebbe essere rallentata e l'effetto prolungato.
- Pazienti con particolari condizioni neurologiche: una storia clinica di ictus, malattia di Alzheimer, morbo di Parkinson, patologie tiroidee o disturbi mentali può aumentare il rischio associato all'anestesia generale.
È fondamentale informare l'équipe odontoiatrica in caso di ernia iatale, reflusso gastroesofageo, infezioni o lesioni aperte nella cavità orale, allergie, storia di nausea e vomito gravi in seguito ad anestesia o assunzione di farmaci che possono indurre sonnolenza, come gli oppioidi. [4]
Anestesia dentale: piccoli accorgimenti
A seguito di un intervento odontoiatrico minore, l'adozione di alcune precauzioni può favorire un rapido recupero. È fondamentale mantenere un'adeguata alimentazione, nonostante l'eventuale fastidio, prediligendo cibi morbidi e freschi, come gelato e yogurt, e limitando o evitando cibi caldi.
Si raccomanda inoltre di astenersi dal fumo, al fine di prevenire l'irritazione della zona interessata, e di effettuare sciacqui quotidiani con un collutorio a base di clorexidina per garantire un'adeguata igiene orale. La costanza nella cura orale rappresenta un fattore determinante per il ripristino delle condizioni ottimali della cavità orale.
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In sintesi
L'anestesia in odontoiatria, fondamentale per garantire il comfort delle persone durante le procedure mediche cui sono sottoposte. Questa si è evoluta nel corso del tempo, passando dall'uso pionieristico del protossido di azoto e dell'etere dietilico allo sviluppo di anestetici locali sintetici più sicuri e tollerabili.
Oggi, le principali tipologie di anestesia utilizzate in odontoiatria sono: l'anestesia locale (topica o iniettiva), la sedazione cosciente (lieve, moderata o profonda) e l'anestesia generale (richiede la presenza di un medico anestesista).
La scelta della tecnica anestetica dipende dal tipo di intervento, dalla sua durata e dalle condizioni del paziente. L'anestesia locale, generalmente sicura, può causare lievi effetti collaterali transitori come formicolio, intorpidimento o lieve dolore nella zona di iniezione. La sedazione cosciente, invece, può indurre sonnolenza, nausea o vertigini. L'anestesia generale, pur essendo più invasiva, è fondamentale per garantire il comfort del paziente in interventi complessi o in presenza di particolari esigenze cliniche.
Dopo un intervento odontoiatrico, è importante seguire alcune precauzioni per favorire un rapido recupero: mantenere una corretta igiene orale, seguire un'alimentazione adeguata, prediligendo cibi morbidi e freschi ed evitare il fumo.
La scelta della tecnica anestetica più appropriata, discussa con il proprio dentista, garantirà un'esperienza confortevole e priva di dolore durante le procedure odontoiatriche.
Fonti e bibliografia
- Pain perception [Science Direct], https://www.sciencedirect.com/topics/psychology/pain-perception
- History of the specialty of dental anesthesiology [Anesthesia Progress, 2019], https://ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6560690/
- Lidocaine vs Procaine [Drugs.com], https://www.drugs.com/compare/lidocaine-vs-procaine
- What You Need to Know About Dental Anesthesia [Healthline], https://www.healthline.com/health/dental-and-oral-health/dental-anesthesia
- How do dental local anesthetics work? [RxList], https://www.rxlist.com/how_do_dental_local_anesthetics_work/drug-class.htm
- Come eseguire un blocco del nervo alveolare inferiore [MSD Manuals, versione professionisti], https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-dei-denti/come-eseguire-le-procedure-dentali/come-eseguire-un-blocco-del-nervo-alveolare-inferiore
- Anestesia dal dentista: come funziona [Dentista Gola], https://www.dentistagola.it/anestesia-dal-dentista-funzionamento-tipologie
- Local anaesthesia [NHS], https://www.nhs.uk/conditions/local-anaesthesia/